Sciopero della fame. La protesta a distanza e civile che dura da anni è arrivata all’atto più estremo.
Inizia domani, 3 dicembre, a Roma nella Galleria Alberto Sordi di fronte a Palazzo Chigi il sit-in di Gennaro Ciliberto, testimone di giustizia che vive sotto protezione da anni, per “la mancata attuazione del programma di protezione” e per l’ennesimo diritto ostacolato, il diritto di voto. Esercitarlo, nella condizione di testimone con speciali misure di protezione, è un lusso. Un lusso che può costare anche la vita. “Anche questa volta si ripete il dramma di chi con speciali misure di protezione vuole esercitare un suo diritto costituzionale. – spiega Ciliberto – Infatti, nonostante il testimone di giustizia a speciali misure di protezione corre un imminente pericolo di vita, dal servizio centrale di protezione lo si autorizza a recarsi da solo e autonomamente, e per lo più anticipando le spese di viaggio e vitto, nelle località di residenza”.
Ore di viaggio per migliaia di chilometri, quanti sono quelli che separano la località protetta dal luogo in cui vivevano questi cittadini prima della denuncia. Oltrepassato il comune in cui vivono la seconda vita, tornano ad essere nel mirino della criminalità: senza scorta, ma con l’approvazione del servizio centrale di protezione che poi di fatto li considera dei ‘ribelli’. E stavolta uno degli 80 testimoni di giustizia, Gennaro Ciliberto, si è ribellato davvero. “Si aspetta la tragedia prima di intraprendere una vera protezione per il testimone di giustizia. – aggiunge Ciliberto – E’ una cosa gravissima se si pensa che tale evento, il voto, oltre ad avere una data fissa e certa costituisce un’esposizione del soggetto tutelato: infatti nelle liste elettorali vi è giustamente presente il nome e cognome del testimone e dei familiari. Ci domandiamo perché accade questo”. E chiosa: “Degli 80 testimoni di giustizia in quanti andranno a votare in tali condizioni? Se dovesse accadere qualunque cosa nei confronti di un solo testimone di giustizia chi sarà il colpevole? Chi Pagherà?”.
Aspettando una risposta, intanto Gennaro Ciliberto ha deciso di lasciare la località segreta, e mettersi in viaggio verso Roma. Anche in questo caso a proprie spese e senza scorta. E con tanto coraggio a fare da scudo contro il silenzio di Palazzo Chigi, le intimidazioni di chi alla vigilia del referendum non vuole fastidi, e a difesa della sua salute in vista dello sciopero della fame.
“Andate a votare”, recita una campagna pubblicitaria istituzionale in questi giorni. Alla luce di questa realtà, oltre che un invito agli italiani deve tradursi in un impegno istituzionale.
[Vi terrò aggiornati nelle prossime ore sulla vicenda, qui e attraverso le pagine Facebook e Twitter del blog.]
” Se dovesse accadere qualunque cosa nei confronti di un solo
testimone di giustizia chi sarà il colpevole ? Chi pagherà ? ”
Questa è la filosofia ” attendista ” del potere che ci “governa”
che aspetta l’ evento catastrofico per poi intervenire per mettere
se stessa e gli eventi successivi sotto i riflettori della stampa .!
Ma che strategia è mai questa..?????!!!… Sembrano tutti pazzi .!
Intanto , chi deve sapere , sa e aspetta il momento migliore per
intervenire, lasciando, nell’attesa , i diretti interessati alle riflessioni
conseguenti. Ma si rendono conto che è suicida questo modo di procedere ???!!.
Vorrei aggiungere altre considerazioni, ma i fatti si commentano da
soli!.
I testimoni di giustizia sono purtroppo costretti a affrontare dei rischi, perché il sistema che dovrebbe tutelarli li considera usa e getta. Battersi per dei diritti ingiustamente violati non è una da eroi. È istinto di sopravvivenza. Nessuno accetterebbe di smettere di vivere dignitosamente. Grazie del contributo, Cesare.
Leggendo questo blog, mi sono reso conto di come i testimoni di giustizia vengono trattati come un problema e non come una preziosa risorsa per il paese.
Faccio gli auguri al signor Ciliberto e gli auguro che la sua vita possa tornare ad essere una vita normale.
Grazie Davide del tuo apprezzamento. La volontà è di fare luce su delle vite lasciate in ombra. E mi associo naturalmente al tuo augurio di normalità.
Condivido l’amarezza, lo stupore, e il pensiero che lo Stato dimostra nei fatti distacco dalle persone che cercano di cambiare realmente le cose. Se si dà giustamente la possibilità di votare all’estero alle persone emigrate, la soluzione di questo problema è solo questione di buona volontà. Mi associo agli auguri che questa persona possa avere la possibilità di avere una vita più serena
La soluzione è sempre a portata di mano, basterebbe volerlo. Ma in tal caso spiegano tutto le affermazioni del procuratore De Lucia riportate in un precedente articolo: “I testimoni dopo la denuncia devono sparire”. Il loro diritto, al voto in questo caso, conta poco. Grazie, Daniele, delle riflessioni.
che dire? Qualcosa non funziona ma pare che nessuno abbia intenzione di rimettere le cose a posto.
Fai bene a denunciare queste cose.
Purtroppo è come intuisci. E l’atteggiamento nei confronti di questi cittadini onesti e coraggiosi da parte delle istituzioni continua a non essere incoraggiante. Grazie delle tue parole.
Hai ragione. Il modo non incoraggia a parlare apertamente.
E non incoraggia altri a prendere esempio, denunciando. Un sistema che premia i corrotti e chi ha le mani in pasta.
del tutto d’accordo
Grazie Anna, per fortuna qualcuno ha il coraggio di parlare di temi scomodi. Servirebbe solo un po di onestà per chi fa parte della classe dirigente e di responsabilità da parte nostra come cittadini. Se non prendiamo anche noi le nostre responsabilità e non siamo attenti ai nostri diritti e doveri, nessuno ci tutela.
Grazie anche delle tue parole. Non si deve né si può restare indifferenti a certe realtà, il rischio è che ci piovano addosso le conseguenze nel lungo periodo.
Sempre brava, Anna
Grazie della tue parole, Gisella.