Terrorismo mafioso

Nell’epoca del terrorismo e del costante tentativo di esorcizzare le paure, delle nuove guerre che giocano su strategie che i libri di scuola non ci hanno mai raccontato, l’esigenza diffusa (per certi versi legittima) è quella di placare gli allarmismi. Specie se il rischio è sapersi cittadini di uno Stato che potrebbe entrare in guerra. E in questi giorni lo si fa a suon di dichiarazioni riscontrabili, ma anche di affermazioni pericolose e affrettate.

C’è così chi lo fa, da analista di politica internazionale, giustificando il fatto che l’Italia non sia mai stata oggetto di attentati perché ha partecipato solo a missioni di pace e mai ad attacchi militari diretti. C’è chi, in queste ultime ore, ha anche aggiunto che l’Italia non dovrebbe rischiare di diventare base logistica delle cellule terroristiche perché il mercato illegale delle armi in tutto lo Stivale è gestito dalla criminalità organizzata.

E poi c’è chi, nascondendo la sua identità dietro il ruolo di ex agente dei Servizi segreti, ieri dalle pagine di Panorama (poi ripreso da altre testate) ha lanciato un messaggio, capace di scardinare in poche righe quanto fatto in questi ultimi decenni per sconfiggere una radicata mentalità mafiosa.
Questo uno stralcio delle dichiarazioni dell’ex 007: “Potenziali attentati potrebbero essere portati a segno solo da Napoli in su. La presenza delle organizzazioni criminali che controllano il territorio non permettono la permeabilità dei terroristi nelle loro zone. Le cellule legate all’estremismo islamico possono solo attraversare quelle zone, ad esempio la Sicilia, la Calabria, la Puglia e la Campania, ma non è permesso loro di fermarsi”. Parole riprese e sottoscritte dal vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, Claudio Fava, che ha precisato: “Non mi stupisce che la Sicilia possa essere considerata fuori dal rischio di infiltrazioni dell’Isis per la presenza della mafia”.

Così si rassicura almeno una fetta di italiani, i meridionali che popolano un Sud corroso e dimenticato, dicendo loro che chi cerca ogni giorno di inquinare il profumo della legalità, chi è solito uccidere uomini donne e bambini innocenti, chi impoverisce con racket usura e corruzione il territorio rubando così lavoro e futuro, proprio questi individui possono salvarli dal terrorismo. Un azzardo, una follia, far rivivere il caro motto delle mafie, ‘Vi proteggiamo noi’. Eppure è questo il sottile e incredibile messaggio che è stato fatto passare. E lo Stato e una certa informazione, che vive di articoli ad effetto e cavalca l’onda prima dell’allarmismo poi delle rassicurazioni, se ne fanno portavoce.

Ci ricordano allora che la mafia protegge la sua ‘roba’ e non i suoi ‘protetti’, diffondendo un messaggio di rassegnazione che nei decenni ha spinto migliaia di persone a scegliere la criminalità organizzata e non le istituzioni, l’omertà e l’indifferenza condannandosi all’eterna paura di scegliere altre strade. Terroristi della legalità e della libertà, e in questo tutto sommato simili ai terroristi dell’ISIS.

In questa nuova guerra contro la cultura e i diritti delle persone, non resta che controbattere con la libertà, di pensiero e di espressione. L’unico, efficace, antidoto contro la paura e l’annichilimento di questi giorni.

20 Pensieri su &Idquo;Terrorismo mafioso

  1. Sono d’accordo con Hollande, che ha definito questo ultimo episodio come l’ultimo di una guerra che durerà a lungo. In questo conflitto si andrà avanti ad attentati e l’Italia secondo me al momento è stata solo fortunata. Roma e Milano minacciate espressamente avrebbero un impatto mediatico maggiore rispetto ad altre zone d’Italia, ma anche Firenze e Venezia, ad esempio, non sarebbero da meno. Concordo che la tesi della mafia che protegge sia ridicola, e anche pericolosa perché da una parvenza di legittimità, di servizio sociale a cui non ha diritto. Il grande problema del mondo è l’aumento incontrollato della popolazione, di cui le migrazioni sono una conseguenza, la iniqua distribuzione di ricchezza, l’esaurimento delle risorse idriche e delle risorse naturali. La mafia dovrebbe essere considerata uno dei massimi responsabili di questa guerra con il commercio illecito delle armi, dei rifiuti, e del traffico di esseri umani, e combattuta di conseguenza, anche come sta facendo lei con i suoi scritti.

    • Grazie intanto dell’interessante riflessione, Daniele. Andrebbe, come dice anche lei, riposizionato il ruolo delle mafie anche in termini di sicurezza del Paese. Ricordando che le ramificazioni sempre più solide e camuffate della criminalità hanno semmai fatto attecchire certi mali del 21° secolo. Ma anche stavolta gli organi istituzionali italiani preferiscono rinunciare al loro ruolo, riciclando vecchi motti.

  2. Siamo arrivati al punto in cui si sta tentando di legittimare la mafia.
    Da sempre la mafia si insinua dove lo Stato è assente e adesso si arriva al punto da dire che la mafia è capace di difenderci dai terroristi e lo Stato no.
    E’ una situazione molto pericolosa e paradossale. La differenza tra mafia e terrorismo sta solo nel movente, economico o pseudo-ideologico.
    Vanno combattuti entrambi i fenomeni e non bisogna allearsi con nessuno di loro.

    • Proprio così, Davide, vanno combattuti entrambi. E’ fa riflettere che un personaggio come Claudio Fava, con una storia paterna alle spalle di impegno fino alla morte in favore della legalità, possa farsi portavoce di queste teorie. Teorie peraltro del tutto infondate, al momento.

  3. Tra le tante porcherie che sono state dette e scritte in questi giorni quella che hai raccontato mi era sfuggita, forse perché non ho la TV.

    Nel tuo articolo sembrava quasi di sentir parlare Don Raffaele in carcere, dopo un rapimento delle brigate rosse: «ma questi si sono messi in testa di fare la rivoluzione a casa mia? Chiamami subito quelli del braccio politico». Cito a memoria da un brutto film di Tornatore, non ricordo precisamente le battute.
    Bazzecole a parte, quello che hai scritto è inquietante.
    Prendere atto del fatto che la criminalità organizzata agisca (quasi) come fiduciario dello Stato nel controllo del territorio ci fa tornare indietro di anni anche nella stessa lotta antimafia.

    Su Daesh, sul Medio Oriente e sulle responsabilità dei francesi ci sarebbe troppo da scrivere. Preferisco farlo a parte e non occupare ulteriore spazio.

    Grazie per gli spunti e per l’ottimo post.

    Saluti

    • Grazie intanto del contributo. Questa notizia, che è stata ribattuta da diversi giornali nazionali e soprattutto siciliani, andava non solo diffusa ma soprattutto (stavolta, sì) commentata in modo appropriato. Invece è stata lanciata nel mare dell’informazione online, come un’esca a cui fare abboccare anche i lettori più scrupolosi e attenti. Non è un caso che sia stata rivenduta come notizia Salva-Sud.
      A rileggerci, un saluto.

      • Ci hanno salvato talmente tanto che non è rimasto nessuno…

        Scusa se mi dilungo a proposito di notizie salva-sud: hai visto com’è stato comunicato dai giornali il rapporto -negativissimo- dello SVIMEZ? Repubblica titolava: «il Sud torna crescere». Bastava leggere le prime due pagine dell’introduzione al rapporto per desumere un’idea completamente opposta. Ormai sono senza parole.

      • Bisogna essere incoraggianti, questa è la ragione. Vietato parlare di crisi, da alcuni mesi in qua, e vietato anche disturbare certi ingranaggi sporchi. Il silenzio (in)colpevole di tanti si coltiva anche così.

      • Del resto solo gli imbecilli possono pensare che dopo dieci anni di crisi si riparta e si torni a star bene con un semestre di crescita fittizia.
        Grazie per le suggestioni Anna.
        Ciao

  4. Non accettiamo nemmeno lontanamente l’idea di ipotetiche alleanze con la mafia. La criminalità, sia essa mafioso che terroristica, va combattuta con tutti i mezzi.
    Bravissima, ancora una volta hai saputo trattare il problema in maniera esauriente fornendo un quadro ben preciso della situazione. Complimenti

    • Grazie intanto dell’apprezzamento. E anche di aver ricordato che gli italiani (non solo i meridionali) non ci stanno a sapere che la loro difesa è nella mani delle mafie. C’è un silenzio assordante attorno a questa notizia, che sicuramente non ha avuto un’altissima diffusione nazionale. Ma dal mio personale punto di osservazione, ho visto tanti, troppi non dire nulla su questa vicenda. Meno che mai ribellarsi. E anche su questo ci sarebbe tanto da dire.

  5. Legittimare l’illegalità mi sembra una bestemmia, perché è come ammettere che le istituzioni hanno fallito. A ben leggere cosa fanno l’impressione è che loro parteggino per l’illegalità. Qualcuno lo diceva senza mezzi termini.
    Se lo stato vuol battere il terrorismo lo può fare e ne ha i mezzi ma l’impressione è che voglia cavalcare il senso di insicurezza dei cittadini per obiettivi che al momento non sono chiari.
    Comunque ottima la tua riflessione e parallelismo tra due poteri illegali.

    • Grazie del contributo, prima di tutto.
      Credo anch’io che ci sia l’intenzione, incredibile, di voler legittimare la criminalità organizzata come strumento ‘istituzionale’ di difesa nazionale. Già è grave questo atteggiamento, ma ancora più grave è rievocare certi motti mafiosi. Il che dà forza al parallelismo tra istituzioni e criminalità.
      A rileggerci, intanto.

  6. Condivido in pieno le tue osservazioni , peraltro espresse sempre con acume e precisione , così da farne una immagine perfetta della nostra odierna realtà . Riguardo al comune denominatore che esiste tra mafia e terrorismo , faccio notare che è interesse di entrambe diffondere il terrore e la confusione , perchè così possono agire indisturbate sotto gli occhi di chi ” a parole ” ci dovrebbe tutelare. Ne abbiamo piene le tasche dei “state sereni” ,
    ” ci penso mi ” e non chiamatemi ” gufo ” se dico queste cose.
    Ora se un “cttadino qualunque” capisce queste cose ,come si spiega che delle persone , anzi ” personaggi ” illustri ,non le caiscono ? Ma temo che le capiscono , eccome ! semmai è solo
    un diverso interesse che li porta ad agire così . Poi se qualcuno ancora non è convinto, basta che pensi al c.d. problema del SUD
    e come è stato “brillantemente” risolto !. Viva l’ ITALIA !!! . Ma quale ? Se si ha fede , solo DIO ci può salvare da questa barbaria!
    Papa Francesco è un ottimo ispiratore e fautore ,
    Grazie e ancora complimenti !

    • Grazie delle riflessioni, Cesare. Evidentemente chi dovrebbe fare difesa pubblica è consapevole dei propri limiti, se nessuno si è scomodato a dare indicazioni di sicurezza più efficaci. Non basta temporeggiare come strategia di difesa. E intanto le mafie ringraziano.

  7. io penso che ci stanno apparecchiando un mondo che scopriremo sempre più gretto, violento, egoista : tutto il contrario di quello che avremmo voluto! E poi fateci caso, le notizie non sono mai buttate lì a caso, hanno un progetto, una dislocazione temporale ed emotiva frutto di studio e conoscenza. Un pò come diceva Chomsky : “”sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre determinati comportamenti…””!

    • Perfetta citazione. Niente è lasciato al caso. Ed è questo che preoccupa: notare la superficialità (o forse la complicità) con cui vengono rivendute certe informazioni. Dichiarazioni che il presunto ex 007 ha rilasciato in totale anonimato. È tutto stranamente all’insegna dello ‘spot’.

  8. Mamma mia che brutta tendenza questa… L’isteria del momento svela ciò che inconsciamente pensano: mafia c’è, mafia resta. E adesso? Perfino utile. E questo dividere il paese sopra e sotto Napoli…
    Non so che dire, il post mi spiazza, non che avessi fiducia nella tempra dei politici, ma il terrorismo sta svelando in quali deboli mani siamo oggi.
    Grazie, hai realizzato il compito del buon giornalista: far aprire gli occhi.

    • Grazie di aver condiviso le tue riflessioni. È sicuramente spiazzante pensare che dopo oltre un trentennio di lotta alle mafie, con vittime al seguito, di legge antimafia e di impegno politico (?) si ripercorrono certe strade. Questo conferma che sono i cittadini comuni a dover/poter controbattere alle mafie. Ma uniti non si è soli.

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