Infissi distrutti, muri corrosi e pericolanti, rifiuti e detriti che aumentano a vista d’occhio. Si presenta così, a distanza di un anno da quando ne avevo raccontato, la villa confiscata situata a Rometta Marea sulla riviera nord di Messina.
L’augurio di vedere questa abitazione, tanto contesa e già tanto devastata, consegnata come previsto sulla carta all’Arma dei Carabinieri resta un miraggio. Per quanto ancora non è dato saperlo e, forse, neanche gli stessi Carabinieri ne sono a conoscenza. Quel che è certo è che lo scorso luglio, prima che il complesso di villette si animasse di famiglie con bambini, gli uomini dell’Arma hanno chiuso l’ingresso principale della villa. I grandi lastroni di legno inchiodati all’entrata hanno così impedito almeno ai più piccoli abitanti di questo complesso, ‘Alga Azzurra’, di giocare tra rifiuti, detriti e oggetti arrugginiti. Uno sbarramento che è più una, legittima, messa in sicurezza che non un sigillo su tutta l’abitazione.
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La villa confiscata, infatti, durante l’anno è stata nuovamente oggetto di atti vandalici che oltre a distruggere completamente gli infissi hanno spinto evidentemente, fin dentro la casa su due piani, intrusi. E il rischio, per l’isolato periodo invernale, è che questo bene confiscato continui ad essere vandalizzato.
Vandalizzato dalla delinquenza comune, magari sostenuta dalla criminalità organizzata che considera ancora sua quella villa. Vandalizzato anche da chi, incurante, lo ha destinato a discarica e riversa dentro rifiuti di ogni tipo.
Un bene che a queste condizioni non sembra più nelle mani dello Stato, che lo ha confiscato e ne è entrato in possesso per legge.
Patrimoni ancora una volta di nessuno, i beni confiscati, opportunità sprecate di creare spazi di legalità, dove la cultura della lotta alla prepotenza delle mafie sia visibile e tangibile.
Tornerò ancora in quella villa, per scoprire fino a che punto lo Stato tutela il suo patrimonio o se preferisce, in un immobile silenzio, restituirlo allo scempio della mafia.
Mi ricordo della precedente denuncia e provo grande rammarico per l’ennesima dimosrazione di uno Stato umiliato e sconfitto. Complimenti per il coraggio e la determinazione nella continuazione della denuncia e speriamo che gli sforzi delle persone oneste portino a qualche risultato.
Grazie, Daniele, di queste parole. I beni confiscati in quanto beni pubblici ci appartengono, e per questo vanno difesi.
VERGOGNA ! VERGOGNA ! VERGOGNA !!!!…………. E non aggiungo altro . !!!!
Fa veramente rabbia assistere a questo triste spettacolo .io stesso
mi vergogno di essere ITALIANO , in questa ITALIA !!!!!!
Che cosa ne avrebbero fatto in un altro paese c.d. CIVILE ???
Che cosa fanno i prefetti cosi solerti nel reperire abitazioni per gli
emigranti ??? che cosa fa il sindaco per tutelare un bene c.d. della
collettività ? e così via dicendo……..!!!!!
Capisco il tuo sgomento, Cesare. Circa le tue domande, in parte destinate ad aspettare a tempo indeterminato una risposta, mi permetto di dire che non condivido associare la solerzia e l’impegno (?) per i migranti con la realtà dei beni confiscati: si tratta di due questioni separate su cui operano enti e istituzioni differenti. Direi semmai che il problema comune a tenate vicende, tipicamente italiano, è quello della negligenza e faragginosità della burocrazia.
i bene confiscati di solito finiscono in malora con buona pace di tutti.
Lo stato non sa amministrare i suoi beni, figuriamoci quelli confiscati.
Una vera desolazione
Ho messo piede in beni confiscati bene che adesso danno lavoro e uno spazio socialmente utile a fasce disagiate, ma restano ancora oasi nel deserto. E lo Stato non se ne preoccupa.
Sono piccole gocce d’acqua nel deserto.
Un argomento che mi tocca da vicino, visto che il periodo estivo lo trascorro a Rometta e (sic!) nello stesso complesso dove l’immobile si trova, purtroppo, come da te ampiamente documentato, in completo stato di abbandono, Devo precisare che le assi a protezione, per impedire l’ingresso dei bambini, sono state posizionate, non dai Carabinieri, leggitmi propriatari, ma dall’Amministrazione Condominiale. Ciò lascia maggiormente riflettere sull’incapacità degli assegnatari a difendere quanto loro è stato affidato. Speriamo in una rapida soluzione che riporti il complesso al suo originario decoro.
Complimenti per l’articolo e per il coraggio con il quale, ancora una volta, affronti il problema.
Grazie della puntualizzazione, c’è stato un equivoco. Ciò come detto aggrava la vicenda. Confermo che continuerò a seguire la questione. Grazie del contributo.
Che tristezza costatare come il mostro della burocrazia vanifichi l’opera delle forze dell’ordine! Tutto ciò purtroppo non rafforza la fiducia nello Stato
Purtroppo è così, Paola. E nelle vicende legate ai beni confiscati ci si accorge ancora di più di quanto questo mostro divora anche i benefici economici, oltre che sociali.